Palaffitte di Fiavè

Il museo è dedicato all'area archeologica situata all'interno del Biotopo Fiavè, nella quale, in passato, sono sorti dei villaggi preistorici palafitticoli.        

        Essa si trova vicino a Fiavè, dove è presente una zona che un tempo era impiegata per l'estrazione della torba.
        Verso la metà del XIX secolo sono stati trovati i resti di un abitato preistorico, in particolare sono stati rinvenuti in ottimo stato di conservazione i pali che un tempo sostenevano le palafitte del villaggio.         

        Solo nel 1969, grazie agli scavi intrapresi dall'archeologo Renato Perini, sono stati portati alla luce diversi abitati palafitticoli sia in acqua che all'asciutto appartenenti a varie epoche e con essi sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici in buona conservazione.        

        Nel sito archeologico del Biotopo Fiavè si contano sette abitati situati in luoghi diversi e appartenenti a epoche differenti, essi sono tutti sorti sulle sponde di quello che un tempo era il lago Carera, prosciugatosi completamente con il passare degli anni.        

        Il primo insediamento è sorto sull'isoletta del lago e risale alla prima metà del IV millennio a.C. (tardo Neolitico), delle capanne si è conservata solo la sistemazione del piano pavimentale.
Lungo la sponda sono state deposte grosse pietre, un reticolo di tronchi di larice e pino e un graticcio di rami, cortecce, ghiaia e terra in modo da prolungare artificialmente l'isola verso il lago e aumentare così la superficie a disposizione.        

        Il terzo, quarto e quinto insediamento risalgono al periodo che va dal XVIII al XVI secolo a.C. (età del Bronzo antico e medio). Dei tre insediamenti è stata trovata una fitta selva di pali di larice e abete rosso infissi nella creta lacustre.        

        Il sesto insediamento, come il primo, è sorto sull'isoletta e risale al periodo che va dal XV secolo a.C. (età del Bronzo medio) alla prima metà del XIV secolo a.C.
Il villaggio era circondato da una palizzata, le capanne erano costruite sulla terra ferma oppure su piattaforme lungo la sponda del lago.
I pali che sostenevano la parte di villaggio sull'acqua erano vincolati saldamente ad una struttura a reticolo di tronchi e travi posta sul fondo del lago e lungo la sponda.    
        Il villaggio venne abbandonato a causa di un grande incendio che lo distrusse, si salvarono solo la parte sommersa e i reperti caduti in acqua.        

        Il settimo insediamento si trovava sul Dos dei Gustinaci, una piccola collina situata al margine meridionale della torbiera.
        È stato popolato dalla seconda metà del XIV secolo a.C. fino al XVI secolo a.C. (età del Bronzo recente).
        Le capanne erano disposte regolarmente su terrazzi artificiali ed erano di forma rettangolare.    
        È stata inoltre trovata una massicciata con cassoni in tronchi di legno colmati da pietrame sull'isoletta del lago risalente allo stesso periodo del settimo insediamento, non vi sono però tracce di abitazioni e non è chiara la funzione di questo manufatto.